ali per volare avendo dimenticato come fare, ali troppo corte per chi vola già alto, ali certe volte poco usate ma sempre Ali e tu pollo niente potrai senza loro nulla vale.

venerdì 3 ottobre 2008

Scaglie di Drago

Ecco un racconto che celebra un momento emozionante vissuto per gioco. Un momento condiviso con persone incontrate online e con cui sento un legame nato dal piacere di vivere un'altra vita, virtuale, eroica e avventurosa.
Auguriamo Fortuna e Gloria a chi ha partecipato a questo momento..ed ora entriamo nel sogno.

C'era un tempo in cui dei cuccioli di drago erano prede difficili, troppo forti e rapidi per il Cacciatore che voleva le loro pelli per costruirsi un'armatura bella e possente. Da quel giorno il Cacciatore ha esplorato molti territori che non conosceva è stato in posti dove quelli della sua razza non sono desiderati, ha raccolto le pelli della razza di Sangue di Drago dove la terra scottava sotto i piedi. E' diventato un abile artigiano e si è creato un'armatura Nera come le scaglie delle creature che incontrava.

Con gli amici, i compagni e i fratelli che aveva incontrato nel suo cammino è sceso nelle profondità di Azeroth dove il calore sostituisce l'aria e il fuoco il terreno. Con le protezioni che si era creato resisteva alla morte certa data prima dal Fuoco poi dal suo Signore incontrastato.

Era pronto per ciò per cui era nato...quando giocava con alcuni dei compagni più cari non riusciva a tendere l'arco per far male e la sua risposta era Non uccido gli Alleati, io vado a caccia di Draghi!

La Madre di tutti i Draghi fu il primo loro obiettivo e Lei fiera e imprevedibile ha combattuto con rispetto più volte il Cacciatore e i Valorosi con cui si accompagnava.

Una sera, compiuto il suo dovere sul fianco destro della Regina dei Draghi trovò un elmo che raffigurava uno di loro, un drago ancora più antico. I Valorosi scelsero che Lui poteva portarlo sulla testa con Onore e così fece, da quel momento nessun'altra protezione sfiorò i suoi capelli.

Passarono mesi in cui i Valorosi vennero divisi, separati, spaccati...gli amici diventarono nemici, i fratelli si lasciarono l'un l'altro con promesse o rancori.

Quei mesi che meriterebbero un poema a parte servirono ai Luminosi di non disperdersi su altri mondi o in altri gruppi. Giorni che faticavano ad arrivare al tramonto e giorni in cui non sapevi se casa tua il giorno dopo sarebbe stata ancora in piedi.

In un momento in cui tutto sembrava perduto, quando anche chi aveva giurato dimenticò le parole spese, i Luminosi si strinsero ricordando l'Onore di essere Valorosi. Era come essere caduti da un impervio sentiero di montagna, e rotolati giù. La strada da percorrere era ben nota, ma le forze disponibili non sufficienti.

Gli umani, se hanno una cosa da cui anche gli elfi imparano è la collaborazione, riescono a costruire opere immense quando lavorano insieme, Stormwind è solo un esempio, così i Kaldorei rimasti insieme agli uomini Coraggiosi, ai geniali Gnomi e i sinceri Nani iniziarono la ricostruzione di quella che era la loro casa.

I mattoni vennero ricavati dall'Amicizia la calce che li tiene uniti da Onestà e Altruismo.

In pochi credevano nei Luminosi a parte loro stessi, ma soli tornarono nella casa del serpente alato, nelle caverne degli elementali, nell'antro della Signora tra i Draghi.

Quando fai parte dell'Alleanza non ti aspetti di essere da solo, così da ogni popolo si radunarono nuovi eroi, più giovani per esperienza con meno passato con cui fare i conti.

Lo Spirito dei Luminosi investì ogni persona, degli amici persi lungo la Via alcuni ritornarono, le gesta di quegli eroi venivano cantate nelle grandi città Alleate.

Altri difensori dell'Alleanza che cercavano collaborazione per affrontare sfide più alte si trovarono al tavolo della locanda di Ironforge per stipulare un trattato. L'uomo che guida ora i Luminosi sa che quando erano Valorosi questo genere di trattati ha portato sempre grosse sventure e tradimenti, ma gli uomini collaborano.

Una nuova alleanza all'interno dell'Alleanza era nata, per la terza volta quella Gilda si trovava a dover scegliere, dividere i suoi componenti per formare un gruppo con i Campioni dell'altra.

Iniziarono gli incontri portando con sè le nubi che precedono la tempesta, ogni vaticinio era inutile, il futuro in quel momento non si era ancora formato.

Una sera come altre un messaggero comunicò al Cacciatore e ad altri di loro che sarebbero andati nel covo dell'Antico Padre di tutti i Draghi, l'essere più potente della sua razza, il Drago che imprigionò Vaelastrasz anziano amico del popolo di Nordrassil.

I Luminosi risposero alla chiamata e insieme agli alleati poterono riversare mesi di rabbia e dolore in ognuno dei comandanti dell'immortale Drago Nero.

Gli avversari letali come poche altre creature conosciute su tutta Azeroth cadevano ai loro piedi.

Armi e armature vennero più volte bagnate nel sangue di drago, nuovo Vigore e nuova Fiducia crebbe in quelli che agli occhi di tutti rimangono uomini, Nani, Gnomi ed elfi che popolano il mondo, ma che per il volere degli Dei avevano tra loro così tante differenze da essere completi.

Vedere quell'uomo seduto sul trono nella stanza più importante della fortezza non metteva la stessa paura dei racconti su di Lui. La confusione creata dalle sue guardie scelte però si aggiunse al terrore generato dalla sua trasformazione in Nefarian il Signore di tutti i Draghi, Fratello e sposo di Onyxia Regina tra i Sangue di Drago.

Gli scontri furono diversi e tutti mortali, ma i Luminosi che si sentivano ancora una volta Valorosi erano spinti dall'ardore di vedere il loro più grande nemico alla loro portata.

Un guerriero coraggioso guidava quelle poche decine di eroi contro il Drago, tutti erano ai suoi comandi, tutto sembrava andare per il meglio, lo scontro finale era cominciato.

Anche il guerriero più potente, anche Illidan Stormrage, ha un punto debole e Nefarian non è un avversario qualunque; il mantello che ognuno di loro indossava fatto con le scaglie della sposa del Drago li proteggeva, ma non li rendeva invulnerabili. Fu così che l'AlaNera affondò il loro comandante. Il Cacciatore, come molti dei suoi Fratelli, in quegli istanti visse passato presente e futuro in un unico attimo.

Non so dirVi da quale di questi tre momenti si è alzato un uomo il cui Coraggio non ha mai vacillato agli occhi di chi lo ha osservato, un Eroe che ha sempre voltato pagina dopo una sconfitta senza abbandonare il suo posto là davanti controvento, Il guerriero che ti viene in mente quando pensi a cosa significa quella parola.

Quelli ancora vivi che guardavano il Drago avevano già abbandonato ogni speranza, cercavano un posto dove nascondersi dal suo attacco. Tutti tranne Lui. Sfidò Nefarian senza timore, e non solo, lo sfidò con Onore e Coraggio, mostrando una Fiducia senza confini per i suoi Fratelli.

Solo i bardi di Darnassus troverebbero un modo adeguato per descrivere quel momento, ma anche Voi potete immaginare cosa possono aver sentito quelli che hanno combattuto con Lui da sempre.

Stiamo per aprire uno degli antichi portali per esplorare le Terre Esterne, ma in quelle conosciute non esiste avversario che avrebbe potuto resistere al loro attacco. Un attacco che arrivava con lame e dardi da tempo conservati per questo momento, forgiati dall'Amicizia, intinti nell'Onestà e nell'Altruismo.

Tutto quello che accadde dopo resterà nel cuore dei presenti, la felicità e le emozioni non si possono ridurre a parole.

Il ricco bottino venne diviso tra tutti e il Cacciatore di Draghi conosciuto per essere un Cavaliere di Elune ricevette una nuova armatura che non avrebbe mai potuto creare con le sue mani neanche con tutte le scaglie del mondo.

Bagnata dal Sangue di Nefarian quell'armatura sarà per Lui il Simbolo di ciò che è stato e di quello che sarà.

Per ultimo lasciò il luogo dello scontro temendo che quanto accaduto potesse rivelarsi un sogno andandosene via, confortato dalle parole di un amico prima che un elfo, di un saggio prima che un Druido del Cenarion, un degno successore di Malfurion, trovarono il tempo di un preghiera per quelli che li avevano accompagnati durante il viaggio.

I nomi di quelli che hanno segnato quel gruppo, la lista delle persone che con Onore sono state al loro fianco era infinita, ma in cuor loro i due elfi sapevano che ogni persona che incontri cambia il tuo destino e per questo erano loro grati.

Le ultime parole del Cacciatore furono Ed ora?

Ed ora andiamo a casa amico mio disse il Druido.

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